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IL MERCANTE

Dal lungo periodo chiamato Medioevo, l'anno mille segna il trapasso dell'età feudale all'età comunale. Nella società feudale tutto si svolge e tutto si produce all'interno del feudo.In questo tipo di società ognuno crea e consuma ciò di cui ha bisogno.Nella società odierna, per mercante si intende chi, per professione,compra per rivendere. Il mercante medievale invece,non era un semplice intermediario tra produttore e consumatore, ma qualcosa di più complesso. Innanzitutto deve fare una previsione di cui c'è bisogno. Poi quali generi di merci sono state richieste, e in che quantità. Il mercante guadagna molto ma corre molti rischi come ad esempio il fallimento. Il mercante deve avere molti soldi, altrimenti deve ricorrere a dei prestiti la maggior parte ad usura cioè che il mercante si deve impegnare a restituire la somma anche superiore a quella che aveva chiesto in prestito. l mercante è l’uomo “nuovo” che dà un contributo decisivo allo sviluppo delle città, quindi della nuova cultura urbana. Questa classe, proprio per il fatto di rappresentare il nuovo, non rientra in nessuno schema tripartito della società feudale: si distingue infatti dalla nobiltà, dal clero e dai servi della gleba. La funzione principale del mercante è quella economica: è infatti lui che nella società riesce ad arricchirsi sfidando il tempo e cioè a sfruttarlo per gestire i commerci e organizzarsi economicamente. Questo nuovo uso del tempo entra però in contrasto con l’insegnamento che prevedeva il cristianesimo, secondo cui il tempo sarebbe stato donato da Dio, dunque non può essere venduto, come faceva il mercante che deve organizzare i propri commerci, misurare la lunghezza dei viaggi e il tempo per compierli e calcolare quanto, il tempo e lo spazio, incidano sulle spese; nasce quindi un conflitto tra la morale religiosa e i comportamenti mercantili. Si ha, quindi, una nuova concezione dello spazio nel tempo, dunque la figura del mercante ridefinisce lo spazio e il tempo secondo principi totalmente differenti da quelli cattolici e religiosi dell’Alto Medioevo; egli infatti misura il mondo semplicemente in base alla concretezza dei propri guadagni. Appare , poi, su tutti i campanili mercantili, l’orologio meccanico, che suddivide la giornata in 24 ore precise e stabilisce il 1° gennaio primo giorno dell’anno. Il tempo moderno e tecnologico sostituisce quello teologico dell’Alto medioevo. La figura economica del mercante, diventa man a mano sempre più importante e indispensabile, soprattutto svolge una funzione fondamentale nella cultura cittadina: le corporazioni mercantili, infatti, finanziano la costruzione di nuove cattedrali, ma soprattutto influenza il passaggio dall’arte romana all’arte gotica. I mercanti a quell’epoca non avevano solo un ruolo economico determinante, ma bensì anche uno politico e sociale: intorno al 1400 il popolo grasso si impadronisce del governo del comune, attraverso potenti corporazioni con cui è organizzato, ed estende la giurisdizione sulla campagna circostante, ma principalmente i mercanti più ricchi comprano terre e castelli, instaurando nuovi rapporti di proprietà. La rappresentazione tripartita della società (cioè quella secondo Adalberone de la On, ossia coloro che combattono, che pregano e che lavorano) entra in forte crisi, al punto di venire sostituita da un’articolazione in funzioni e mestieri diversi, tra cui il mestiere del mercante, che investe il suo capitale mobile (denaro). Infine, la figura mercantile venne anche associata ad un ruolo culturale; il ceto mercantile ha un ruolo importantissimo nella nascita della letteratura in volgare, dove crea un pubblico nuovo desideroso di acculturarsi, ma soprattutto dà impulso alla nascita delle scuole comunali sottraendo il sistema di istruzione all’egemonia della Chiesa.