LA PESTE DEL 1300
nella peste del 300
Con il termine di Peste nera (o Grande morte o Morte nera) ci si riferisce normalmente all'epidemia
di peste che imperversò in tutta Europa tra il 1347 e il 1352 uccidendo almeno un terzo della popolazione del continente.
Epidemie identiche scoppiarono contemporaneamente in Asia e in Vicino Oriente, il che fa supporre che
l'epidemia europea fosse parte di una più ampia pandemia.Per peste nera si intende, in data odierna, la grande pandemia che uccise tra un terzo e un quarto
della popolazione europea - di circa 100 milioni di abitanti - durante il
XIV secolo. Nel Medioevo non era utilizzata questa denominazione,
ma si parlava della grande moria o della grande pestilenza. Furono cronisti danesi e svedesi a impiegare per primi il termine morte nera
(mors atra, che in realtà deve essere intesa come "morte atroce") riferendolo alla peste del 1347-53, per sottolineare il terrore e le devastazioni di tale epidemia.
Nel 1832 questa definizione venne ripresa dal medico tedesco J.F.K. Hecker. Il suo articolo sull'epidemia di peste del 1347-1353, intitolato
La morte nera, ebbe grande risonanza, anche in quanto venne pubblicato durante un'epidemia di colera. L'articolo fu tradotto in inglese nel 1833 e
pubblicato numerose volte. Da allora i termini Black death o Schwarzer tod ("Morte nera") vennero impiegati
per indicare l'epidemia di peste del XIV secolo.La peste nera provocò un mutamento profondo nella società dell'Europa medievale. Come ha dimostrato
David Herlihy, dopo il 1348 non fu più possibile mantenere i modelli culturali
del XIII secolo. Le gravissime perdite in vite umane causarono una ristrutturazione della società che, a lungo termine, avrebbe avuto effetti positivi.
Herlihy definisce la peste "l'ora degli uomini nuovi": il crollo demografico
rese possibile ad una percentuale significativa della popolazione la disponibilità di terreni agricoli e di posti di lavoro remunerativi.
I terreni meno redditizi vennero abbandonati, il che, in alcune zone, comportò l'abbandono
di interi villaggi. Le corporazioni ammisero nuovi membri, cui prima si negava l'iscrizione. I fitti agricoli crollarono,
mentre le retribuzioni nelle città aumentarono sensibilmente. Per questo un gran numero di persone godette,
dopo la peste, di un benessere che in precedenza era irraggiungibile.
L'aumento del costo della manodopera favorì un'accentuata meccanizzazione del lavoro. Così il tardo Medioevo
divenne un'epoca di notevoli innovazioni tecniche. David Herlihy cita l'esempio della stampa. Fino a quando i compensi degli amanuensi erano rimasti bassi,
la copia a mano era una soluzione soddisfacente per la riproduzione delle opere.
L'aumento del costo del lavoro diede il via a una serie di esperimenti che sfociò nell'invenzione della
stampa a caratteri mobili di Gutenberg. Sempre Herlihy ritiene che l'evoluzione della tecnica delle armi da fuoco sia da ricondurre alla carenza di soldati.
La Chiesa, cui moltissime vittime dell'epidemia avevano lasciato in eredità i loro beni, uscì dalla peste nera più ricca, ma anche meno popolare di prima.
Non era riuscita a dare una risposta soddisfacente al perché Dio avesse messo alla prova l'umanità in maniera
tanto dura, né era riuscita ad essere vicina al proprio gregge, quando questo ne aveva maggior bisogno. Il movimento dei flagellanti
aveva messo in discussione l'autorità della Chiesa. Anche dopo che questo movimento tramontò, molti cercarono Dio in sette mistiche e
in movimenti di riforma, che alla fine distrussero l'unità spirituale dei cristiani.Secondo alcuni storici della cultura, tra cui in
particolare Egon Friedell,la peste nera causò la crisi delle concezioni medievali di uomo e di universo, scuotendo le certezze della fede che avevano
dominato fino ad allora, e vede un rapporto causale diretto tra la catastrofe della peste nera e il Rinascimento