Regione Abruzzo


Seicento anni fa, un vetraio che lavorava per la realizzazione del Duomo di Milano decise di sposarsi.

Voleva qualcosa di molto speciale per il suo pranzo di nozze, visto che gli piaceva molto il risotto decise che il piatto doveva essere quello.

Aveva pensato a vari risotti come quello ai funghi o quello con il sugo di carne, ma ci voleva qualcosa di più memorabile.

Un operaio abruzzese che lavorava con lui si fece timidamente avanti e gli propose di fare il risotto tipico del suo paese.

Tutti si girarono verso di lui e gli domandarono come si preparava il risotto al suo paese.

Rispose che a Navelli, in Abruzzo, il paese in cui era nato, si coltivava lo zafferano che si usava per un risotto che oltre ad essere luminosissimo si colorava di un  colore simile al sole splendente.

Il vetraio approvò l'idea dell'operaio ed ebbe un  gran successo.

LA STORIA INVECE DICE...

La pianta dello zafferano è originaria dell'Oriente.

Il suo nome deriva dall'arabo za-faràm' e dal persiano "zaa-fran'.


Non si sà chi esportò lo zafferano in Italia ma a Navalli ce lo portò il frate domenicano Santucci che coltivava lo zafferano.

Fu così che lo zafferano di Navelli divenne più famoso di quello spagnolo e fu venduto ovunque.

LO SAPEVI CHE...

Lo zafferano che mettiamo nel nostro risotto non è altro che un insieme di stimmi( i filamenti gialli )del fiore di questa pianta.

Per fare 1kg di zafferano ci vogliono 150 mila fiori.





                                Il primo faro 

                    

C'era una volta un vecchietto povero che viveva con la moglie in una casetta su una scogliera dell'Abruzzo.

Un giorno mentre lavorava nei campi e brontolava per la sua povertà,gli si avvicinò un uomo dalla lunga barba bianca che gli regalò cento monete d'oro.

Il vecchio le andò a nascondere nel letame ma quando tornò dal lavoro,la tavola era piena di cibo perchè la moglie aveva venduto tutto il letame e con i soldi guadagnati aveva comprato un montagna di cibo .

Il vecchio,disperato per aver perso le sue monete e mentre lavorava piangeva .

Incontrò di nuovo il vecchio dalla lunga barba bianca che,avendo saputo dell'accaduto,gli regalò altre cento monete d'oro.

Tornato a casa il vecchio nascose le monete d'oro nella cenere e se ne andò nei campi.

La sera seguente trovò il camino vuoto e la moglie gli spiegò che lo aveva lucidato e aveva venduto la cenere.

Il giorno dopo nei campi il vecchio con la lunga barba stavolta gli diede solo un sacchetto che conteneva rane.

  Il vecchio andò a scambiarle nel paese più vicino, con un pesce molto grande.

Quando tornò a casa lo appese fuori dalla finestra perchè stesse al fresco ma vide che emanava una luce brillante.

Durante la notte ci fu una terribile burrasca ed i pescatore perdettero l' orientamento.

Proprio quando stavano naufragare contro la scogliera videro il pesce che emanava una fortissima luce.

Così riuscirono a cambiare rotta .

Il giorno dopo i pescatori, riconosceti, portarono al vecchio due grandi ceste di pesce per avergli salvato la vita.

Da quel giorno il pesce luccicatwe rimase lì, a segnare dove finiva il mare così naque il primo faro.

La legenda del pesce luccicante viene ricordata ogni anno durante la fasta di Santo Andrea29 luglio, la statua di santo viene potrata in mare aperto per poi rientrerwe in porto e seguendo la luce del faro.