Il brigante Carmine Crocco



Nacque a rionero in volture nel 1830, da padre pastore e madre massaia. La prima infanzia trascorse tranquilla in una famiglia numerosa seppur povera. Imparo’ a leggere e scrivere. Un brutto giorno pero’ a causa delle menzogne e la cattiveria di un signorotto del posto, il padre fu incarcerato e la madre con il passare dei mesi mori’ di crepacuore.

Crescendo il giovane crocco, si arruolo’, per poco tempo, nell’esercito di re Ferdinando i, re delle due Sicilie, ma poi diserto’ per vendicare l’onore della sorella Rosina, uccidendo l’uomo che l’aveva offesa e umiliata.

Iniziò così ad avere contatti con i briganti della Basilicata, fu arrestato e fuggì di nuovo.

Venne a sapere che chi si univa all’esercito di Garibaldi, che combatteva contro re Ferdinando che era un borbone (nobili di origine spagnola) avrebbe avuto l’amnistia dei reati commessi, una sorta di perdono.

Quindi si uni’ a Garibaldi che combatteva per i re piemontesi e che voleva unificare tutta l’italia ed entro’ con lui vittorioso a napoli nel 1860 (Napoli era la sede del regno dei borboni).

Tornato a casa, Crocco penso di ricevere l’amnistia, ma non fu cosi’.

Intanto cresceva la rabbia del popolo lucano nei confronti del neonato stato italiano, perche’ i ricchi mantenevano i privilegi, mentre i poveri avevano peggiorato la loro condizione: con piu’ tasse, la terra non era stata ridistribuita e il servizio militare era diventato obbligatorio.

Cracco allora decise di allearsi con i soldati di re ferdinando ii e con lui vinse numerose battaglie per riconquistare il territorio lucano e pugliese e distruggere il governo dei re piemontesi in Basilicata.

Dopo questo periodo, il brigante crocco, detto il generale dei briganti, perche’ poteva vantare una banda di circa mille uomini, torno’ a fare il bandito, assalendo viaggiatorii, con rapimenti e uccisioni.

Passarono gli anni, e ad un certo punto il brigante Crocco fu tradito da un suo fedelissimo chiamato caruso, forse per gelosia. Caruso disse alle autorita’ e ai giudici, tutti i piani criminosi e i nascondigli della banda di crocco, facendo arrestare tutti i briganti e i loro i parenti.

 Carmine Crocco pero’ riusci’ a scappare e a raggiungere Roma perche’ voleva parlare con Papa Pio ix. Purtroppo pero’fu arrestato e incarcerato dalle guardie vaticane.

Processato e condannato a morte, la pena fu cambiata in lavori forzati a vita, nella prigione di livorno, in toscana.

Fini’ li’ i suoi anni, comportandosi sempre bene e correttamente con le guardie e gli altri detenuti.

Mori’ in toscana nel 1905 a 75 anni.

Sebbene brigante e criminale feroce capace di compiere delitti tremendi, era anche considerato un uomo particolarmente astuto, con una sveltezza di mente rara e una generosita’ brigantesca che lo portava talvolta a difendere i deboli, le donne, i poveri.

La sua storia, infatti, viene ancora oggi rappresentanta in varie manifestazioni in Basilicata perche’ Cracco e’ stato uno dei briganti piu’ noti del risorgimento italiano.